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Salviamo la Geografia! by mick78

La geografia è un mezzo per conoscere la propria identità e capire gli altri.
Ci arricchisce come persone.
Ci dà i mezzi per relazionarci con l’esterno.
Ci colloca nel mondo.

Apprendo però stamane da un bellissimo articolo di laRepubblica.it che con la riforma della scuola (che dovrebbe essere approvata domani!) la si vuole eliminare quasi totalmente dall’insegnamento delle scuole medie superiori. I telegiornali non ne parlano. La notizia sorprendentemente non è sulle prime pagine dei giornali. Forse ci stiamo alienando dalla nostra stessa cultura.
Vi chiedo, in quanto cittadini del mondo, di rifletterci e di firmare l’appello dell’aiig affinchè il Consiglio dei Ministri cambi idea almeno su questo fronte.

Io non sono un’insegnante, e purtroppo nemmeno una grande viaggiatrice, ma devo tanto a quello che ho imparato studiando geografia a scuola e non trovo giusto che altri più giovani di me siano privati delle tante possibilità che questa materia darebbe loro.



La sapienza del cuore dell’Africa by mick78

Una decina di giorni fa, sfogliando la rivista Wired (che pubblica i suoi contenuti pure sul web) sottratta a Manu, ho letto di una interessante (e ciclopica) impresa che sta avendo luogo nella città di Timbuctu, e questo ha stimolato la mia curiosità.

Avendo studiato nel campo dei beni culturali, ed essendo appassionata di tutto ciò che è trasmissione del sapere, già il nome Timbuctu, mitica città nel cuore dell’Africa, mi affascinava, ma avendo una formazione prettamente italiana non sapevo nulla dei tesori che questa città ancora conserva e del lavoro che l’Istituto di Alti Studi Ahmed Baba sta svolgendo.
Quindi ho riflettuto sul fatto che la maggior parte di noi europei quando pensa alla cultura africana pensa che, oltrepassato il deserto del Sahara, essa sia caratterizzata dall’animismo, le danze, i tam-tam, la trasmissione orale del sapere e, al più, dalle bellissime maschere rituali. E invece questa è una visione molto parziale e riduttiva della realtà. Nel mio piccolo, per ampliare il mio orizzonte e quello dei frequentatori del blog, nel caso volessero, ho fatto una piccola ricerchina.

Intanto, l’Istituto.
Fondato nel 1970 dallo Stato, è intitolato ad
Ahmad Baba al-Massufi al-Tinbukti, studioso, scrittore, viaggiatore e provocatore politico vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Questo signore ha scritto ben 40 libri. L’Istituto possiede approssimativamente 700mila volumi, tra cui circa 20mila alcuni dei quali risalenti al XII secolo, quindi alla fase pre-islamica. Molti manoscritti provengono dalla Spagna islamizzata e giunsero qui ai tempi della reconquista. Si tratta di Corani e trattati di medicina, religione, diritto, farmacia, botanica, astronomia, poesia e filosofia; per la maggior parte sono scritti in lingua araba, ma numerosi sono i testi nelle varie lingue dell’Africa occidentale. Una parte di questi è riccamente miniata, anche con foglia d’oro. Poi, si conservano numerosi documenti di carattere più ‘quotidiano’, ma nel contempo altrettanto importanti: transazioni, contratti, pareri di avvocati. Essi sono utilissimi per darci informazioni sulla società e la cultura africane nel corso dei secoli, aspetti soffocati e negati dal colonialismo europeo.
La convinzione cultura esclusivamente orale ormai è sfumata, vero?

La città. Continua a leggere



Concezioni pericolose by mick78

Quello che riporto qua sotto è uno stralcio dalla prefazione di Primo Levi ad una vecchia edizione di Se questo è un uomo.

A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.



Un piccolo sostegno by mick78

Un link interessante per gli studenti di Beni Culturali, di Storia dell’Arte e di altre materie umanistiche.
Si tratta del sito Icon, che pubblica materiale didattico universitario.
Ci ho trovato più di una volta i testi integrali dei corsi tenuti dai miei professori di Ca’ Foscari (per esempio la parte generale del corso di Storia della miniatura…) ma non solo (Pisa, La Sapienza, etc.).

Sono testi utili per chi non avesse frequentato interamente i corsi, o non fosse particolarmente veloce a prendere appunti, come me. 😉
E sono molto interessanti per approfondire argomenti che magari non dovete studiare per l’università ma vi incuriosiscono.



Il super manager… by mick78

L’istituzione della figura del ‘super manager’ con poteri assoluti nell’ambito della nuova “Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione” e il progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico che la sottende sono scelte profondamente sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro.

Non si può fare dei musei una maccina per produrre. Le istituzioni museali non hanno il compito di creare profitto. Esse conservano, permettono lo studio e la comprensione della nostra civiltà e l’identificazione di una realtà culturale col proprio passato e il proprio territorio. I profitti che vengono da un museo sono indiretti. Nessun grande museo al mondo fattura grazie ai biglietti. Se si va per esempio negli Stati Uniti, il bilancio è in positivo perché grosse donazioni vengono investite con oculatezza, anche in borsa, ma i guadagni non vengono dall’attività museale.

Non si può pretendere di far funzionare una galleria d’arte come una fabbrica o un supermercato.

Per questo vi esorto a visionare e sottoscrivere l’appello di cui al link qui sotto.

http://www.bianchibandinelli.it/appello_super-manager_musei.htm

L’impegno civile consiste anche nel far sentire la propria voce nella difesa della nostra identità culturale e del nostro patrimonio storico.



133 e università by mick78

All’inizio dell’estate il nostro amato governo ha approvato con la fiducia il decreto legge 112/2008. Cosa prevede questo decreto (legge133)?

Un taglio di 500 milioni di euro in 3 anni alle università. Per alcuni atenei questo potrebbe significare la chiusura.
Con il nuovo decreto le università pubbliche potranno scegliere se diventare fondazioni private o meno (art. 16). PERCHÈ dovrebbero diventare fondazioni private? Per riuscire a finanziarsi aumentando le tasse agli studenti, che non avrebbero più un limite di legge. Le tasse infatti potrebbero aumentare a dismisura, anche raggiungendo i 6-7000 euro l’anno, sul modello delle università americane. Altri fondi verrebbero dal finanziamento di enti privati (che così avrebbero un controllo sulla ricerca ed ovviamente privilegerebbero quei campi che possono garantire loro un ritorno economico…).
Gli organi verranno pesantemente tagliati in modo indiscriminato, il che renderà molto difficile assicurare lo svolgimento dei corsi.

I media non hanno dato sufficiente peso alla questione.
I ricercatori gemono nei loro laboratori ma non escono in piazza a dire la loro. Gli studenti, purtroppo, in buona parte non sono informati e qualcuno, pur se informato, non capisce la gravità di questi provvedimenti e lascia che tutto accada senza dir nulla.
E’ necessario invece informarsi e farsi una propria opinione.
Restare nell’ignoranza è la cosa più stupida da fare. Bisogna leggere, ascoltare e uscire dalle aule per manifestare il dissenso e il disagio che l’applicazione di questa legge causerebbe!

Questo ha espresso il 18 luglio il Senato Accademico di Ca’ Foscari, Venezia:

Il Senato Accademico (…) richiama con forza le finalità dell’università pubblica, la cui autonomia è rivolta a garantire formazione, ricerca e sviluppo scientifico e tecnologico; conferma inoltre i principi fondamentali dichiarati nello Statuto dell’Università Ca’ Foscari – articoli 2 e 3, “Nel perseguimento dell’eccellenza nei diversi campi di studio, l’Ateneo garantisce la libera attività di ricerca dei docenti, che promuove fornendo i necessari strumenti materiali;…garantisce la libertà di insegnamento, il diritto degli studenti a un sapere critico e a una formazione adeguata al loro inserimento sociale e professionale e il diritto della società ad acquisire competenze professionali rispondenti alle esigenze del suo sviluppo. Promuove l’accesso ai più alti gradi dello studio e il loro completamento ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, contribuendo a rimuovere ogni ostacolo a una effettiva uguaglianza di opportunità”.
Queste funzioni e finalità istituzionali sembrano essere ampiamente disattese dal Decreto che non riconosce la valenza strategica della didattica e della ricerca svolte nelle università pubbliche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese.

Per quanto riguarda l’Università di Verona ecco il sito degli studenti: dopo le assemblee dei giorni scorsi è previsto un sit-in per venerdì 24 davanti a palazzo Giuliari, sede del Senato Accademico veronese.

A Pisa la protesta è prevista per giovedì 23. Questo blog dà qualche informazione sullo stato delle proteste.

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